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Relazione dell'insorgenza accaduta / Nella Città di Roma nel / Giorno di Domenica / - 13. Gennaro 1793 -

Ad effetto di poter 'intendere il motivo dell'insorgenza nata in Roma il dì 13. Gennaro 1793. hà creduto bene l'estensore della presente di premettere quanto siegue, protestando, che quanto verrà esposto, sarà la pura, e sincera verità, e niente esaggerato; giacchè se non di tutto, almeno di buona parte lo stesso estensore è stato testimonio di vista, e dove il medesimo non si è trovato presente lo hà risaputo fedelmente da altre Persone degne di fede, che ocularmente viddero i fatti

Erano già da due, o trè mesi, che trovavasi in Roma un certo Monsieur Basville Seg.io dell' Ambasciatore della cosi detta Republica Francese Monsieur Makò Residente in Napoli per trattare alcuni affari colla S. Sede, che per essere ignoti non si espergono

Nel giorno della vigilia del S. Natale 14. Xbre prost.to giunse in Roma Monsieur della Hot sotto Ammiraglio dell' Armata Navale Francese proveniente da Napoli, dove fortunatamente si era salvato con due Navi dopo la Burrasca sofferta il di 11. del d.o mese di Xbre alla vista di Cagliari in Sardegna, e di concerto col d.o Monsieur Basville calarono le Armi Regie di Francia dal Palazzo dell' Accademia, e del Consolato di d.o Regno. //

Si passò quindi dai surriferiti Soggetti a fare istanza al Santo Padre per ottenere dal Esso il permesso di alzare il nuovo stemma della Republica Francese; ma il sommo Pontefice gli rispose, che mai avrebbe' dato un tal permesso, ponendo loro in vista quei giusti motivi, che l'inducevano a simile negativa; e però il Santo Padre giudicò espediente di formare un raggionato manifesto di quanto sopra si è narrato, che fece passare alle mani di tutti li Ministri delle respettive Corti estere residenti in Roma. E siccome si erano vantati li nominati Soggetti Francesi di voler a tutto costo alzare il detto Stemma, cosi fù dato ordine alle Milizia fin dal p.o di Gennaro corrente, che di giorno, e di notte battessero la Città frequenti Pattuglie, le quali più d'ogni altra cosa avessero di mira il Palazzo dell' Accademia, e del Consolato di Francia con ordine espresso di far fuoco contro chiunque avesse osato di piantare in detti siti il mentovato Stemma della Republica Francese

Penetratosi un tal fatto dalli surriferiti Monsieur Brasville [!], e della Hot, si portarono la mattina del Venerdi 10. di d.o mese di Gen.to dall' Emmo [=Eminentissimo] Sig.r Card. de Zelada Seg.rio di Stato, a cui richiesero, che il Santo Padre avesse ritirato il surriferito Manifesto, e che avesse dato loro il già domandato permesso dell' Apposizione dello Stemma. L' Emmo Seg.rio di Stato face palese alla Santità Sua le nuove istanze delli sudetti Soggetti, ed avendo ricevuto in risposta una costante negativa, essi con somma alterigia, e baldanza risposero " = Ebbene; Sappia il Pontefice Romano, che la Nostra // Republica Francese gl'intima la Guerra, e manderà in Roma un' Esercito formidabile di Cinquecento mila Francesi, i quali distruggeranno, e spianeranno la Città di Roma etc ="

Un tal fatto si rese quasi nell' istante publico al Popolo Romano, il quale fremeva contro simile Canaglia; ciò non ostante se ne stava quietissimo. Ma nel giorno di Domenica 13. del corrente Gennaro essendo circa le ore 11. escita dal Palazzo dell Accademia di Francia una Carrozza a quattro luoghi occupata dalli Monsieur Basville, della Hot, e dalla Moglie e piccolo Figlio, o Figlia del d.o Basville, che unitame nte al Cocchiere, e Servitore si erano posta la Coccarda della Nazione Francese composta di trè colori cioè bianca, rossa, e torchina andando baldanzosi per il Corso di Roma.

Allora fù, che il Popolo Romano più non potè contenere il suo silenzio, e non la Plebe, che in detta Strada nei giorni festivi, e di passeggio non suol' esservi, ma le Persone del ceto civile incominciarono ad urlare, e fischiare la d.a Carozza. Dall' urli, e dalli fischj si passò alle Sassate, ed il Cocchiere vedendosi a mal partito, domandò alli Padroni cosa dovesse fare, e li medesimi gli risposero, che fosse andato dal Banchiere Mutt loro Amico, e confidente, tanto più, che si trovava la di lui abbitazione prossima al Luogo della sorpresa.

Il Cocchiere per tanto di tutta cariera accostò la Carrozza all' Abitazione di d.o Mutt sempre accompagnata da urli, e fischj del Popolo, che gli correva // appresso colli Sassi. Smontati tutti li mentovati Soggetti, ed entrati in Casa, chiusero il Portone, ma il Popolo furibondo a viva forza lo apri, e si rese padrone di tutta la d.a Abbitazione, cercando li due Francesi, che si erano nascosti, ed essendosi presentata al Popolo la Moglie del Basville, che colle ginocchia a terra piangeva, e domandava pietà, ma il Popolo gli rispose, ch' egli non era il porco Popolo Francese, che Donne non le curava, ma gli Uomini cercava, ed in tal guisa fù la medesima discacciata senza avergli fatto alcun male. Rinvenuto si finalmente il Basville, che rifuggiato si era entro un Camino di Camera, e venuto fuori con Pistole, e Spada nuda alla mano, indietro, disse, siete tutti morti, ed allora fù, che un Macellaro avendo rotto un Tavolino, e presone un piede, lo percosse trà il Capo, ed il Collo; Un' Abbate lo prese per il petto, gli strappò la Coccarda, e fattone mille pezzi con li denti, la gettò in terra; un Barbiere gli dette una Rasorata nella Panza, che gli fece escir fuon l'intestini. Lo avrebbero fatto in minutissimi pezzi, se non vi fosse accorsa la Soldatesca, che in pochi momenti vi venne in numero di più centinara, ponendo in salvo il d.o Basville, conducendolo cosi ferito nel quartiere di Strada Frattina, dove dal Principato fu fatto assistere con farlo curare, e con somministrargli tutto il necessario con somma carità, ed attenzione, dove per le riportate ferite passò all' altra // vita la sera del sussequente Lunedi circa le ore due della notte, e verso le ore S. de d.a notte fù posto in una Barella, e portato nella chiesa Parrochiale di S. Lorenzo in Lucina, ove fù sepolto, avendo prima di morire Egli stesso ricercato li SS. Sagramenti, che gli furono somministrati, e volle abjurare in mani di monsignor vicegerente

A Monsieur della Hot riuscì de scalare furtivamente per una Fenestra nel Palazzo della Sig.ra Marchesa Palombaro, e per la prudente condotta delli Sig.ri Offiziali delle milizie fù salvato dal furore del Popolo, e la mattina del sussequente Lunedi in compagnia della Moglie, e Figlio del Brasville circa le ore 11. fù fatto partire alla volta di Napoli scortato da Officiali, e Soldati, avendogli la Corte di Roma somministrato non sò che somma di Danaro per fare il viaggio

Ritornando ora al Popolo affollato in d.a Abbitazione, si diede a rompere e fracassare tutto il mobilio dell' appartamento del Mutt rompendo, e rovinando ogni cosa senza però appropriarsi neppure il valore di una Spilla, ed altro Popolo, che stava al di fuori, a furia di sassate non lasciò neppure un Vetro sano alle Fenestre delli due appartamenti di d.a Abbitazione, gridandosi da tutti Evviva la Religione; Evviva il Papa; Evviva S. Pietro, e S. Paolo; Evviva Maria Stma [Santissima]

Mentre ciò succedeva all' Abbitazione del Mutt, altro Popolo // e le Donne, le quali procuravano dei Sassi, e nei loro Grembiali li portavano in detti siti, e sembrano tutti divenuti tanti fieri, ed arrabbiati Leoni.

Non deve passarsi sotto silenzio, che in una simile insorgenza da questo Popolo non si commise lo minima offesa a ver un Particolare, non si è fatto un furto neppure di un Fazzoletto, e non hà portato via la minima cosa dai Palazzi degli Inimici, ma sempre glorioso ha dato una non aquivo [?] prova del suo vero attaccamento alla Religione, e della sua fedeltà, ed amore al Santo Padre Suo Sovrano, che Iddio longamente, e felicemente conservi

La sera poi del sussequente Lunedi si voleva da d.o Popolo attaccare il fuoco al Ghetto degli Ebrei, perche creduti di valuta intesa colli Francesi; ma anche questo à stato evitato dalla vigilanza, e prodenza di chi presiede al Governo; e d.o Popolo si è ora quietato, essendosi contentato, che il Principe con Suo Editto abbia tolto alli medesimi Ebrei alcun Abusi, locchè venne ricercato da d.o Popolo Romano

Brief von Bury an Anna Amalia:

Es thut mir leith Durchlaucht, von unserem bisher frithsammen Rom die An Goethe schreibt Bury am 23. Februar 1793 aus Rom: "Ich muß Ihnen sagen daß die hiesigen Unruhen sich immer mehr vergrösseren, das Volk will mit aller gewahl[t] keinen franzossen hier mehr leithen, Täglich siehet man das Volk in Häusser Tringen, wo sie glauben verstekte franzossen zu finden; es ist auch wirklich kein einziger franzos mehr hier, sey auch noch so hoch, oder niderigen Standes, ausser Bernis, und Medames. auch so gar ein jeder Fremde ist in gefahr für einen Franzossen Angehalten zu werten, wie es schon geschähen ist an einen Engländer, wenn nicht im selben Augenblike Aufklärung für ihn dagewässen wäre, so hätte er sein Leben gewiß verlohren. / Mann Exselirt täglich personnen von allen Nationen, wo nur der geringste verdacht ist daß dieselben etwas geretet haben. nach trastevere, Bourgo, oder sonsten in entfernden Gegenden darf man sich anjetzo gar nicht wagen zu gehen weil ein jeder Fremde vom Volk für einen Munsu [Monsieur] angesehen wird. die franzossen welche von hier verdrieben sind worden, haben in Neapel, und Florenz, von der Nation eine Millon Liever angewiessen bekommen um nach hauß gehen zu können" (Bury-Briefe, S. 81). - Vgl. dazu die Beschreibung des Architekten Friedrich Weinbrenner, der zufolge in den Tagen nach der Ermordung Bassvilles bis zu 6000 Menschen mit dem Ruf "masacrate tutti gli forestieri (ermordet alle Fremden)" durch die Straßen zogen: "An den Tagen dieser Auftritte war es ebenfalls auf den Straßen sehr tumultarisch, besonders in der Gegend von Piazza di'Hispagna, dem Corso und Piazza di popolo, wo größtenteils die Fremden wohnen, denn während acht Tagen verließen einige tausend Fremde Rom, und es gab auch noch mit den Franzosen, die größtenteils alle von Rom wegflüchteten, mancherlei Auftritte. Aber auch für Fremde aus andern Ländern wurde jetzt der Aufenthalt unangenehm und manchmal gefährlich, man konnte nicht ohne Besorgnis auf den Straßen herumgehen, weil das gemeine Volk beinahe jeden für einen Franzosen hielt und ihn insultierte." (Weinbrenner, Denkwürdigkeiten, S. 102f.).
[Schließen]Griegerischen Nachrichten mit zu theilen; da dieselbe aber für den jetzigen Zeitlauf Durchlaucht Inderessant seyn werden hab ich nicht Ermangelen wollen Ihnen alles durch Einligendes bekannt zu machen. Nun ist allem Anschein nach die Künste wieter in ihrem gänzlichen Zerfall, - Die französischen Künstler ist nicht mehr hier zu sehen, und allen Anschein nach werden dieselben sich alle in Soldaten Verwandelen. mich wird das Loß, schon als Deuscher in Rom treffen mich gegen sie zu stellen, und anstatt die friedsamme Kunst zu studiren, einer den anderen tot schießen, oder Schlagen werden – Ich werde meine Bestimmung mit einen fästen Gemüth abwarten, indem ich zum Theil dazu gezwungen bin, denn kein Geld hab ich nicht zum entfliehen, und wenig genuch zum leben. Nichts willkommener würde mir seyn in meiner jetzigen Lage, als eine gleine Hülfe von Durchlaucht, sey hier, oder in Deuschland.

ich empfehle mich Durchlaucht besten und bin der ergebenster

Frd Bury

Rom den 19 Januar 1793.